- Punto di partenza:
Follina, loc. Marcita - Coordinate partenza:
45°56’53.73″N 12° 7’20.35″E
- Difficoltà: Bassa
- Tempo: 4h 30'
- Distanza: km 11,3
- Aumento di quota: m 327
IL PERCORSO
Vale la pena di visitare le colline sub prealpine anche per quanto riguarda il territorio di Follina e per farlo non c’è niente di meglio che seguire un piacevole anello che comprende anche il sentiero n.1030. La nostra escursione inizia a sud del paese in località Marcita, nei pressi del quale vi è un antico maglio, e si cammina attraversando gli antistanti giardini pubblici per poi salire al colle di Roncavazzai, famoso per la leggenda della Madonna del Sacro Calice. All’altezza dell’ultimo tornante della strada di accesso, si segue un sentierino che entra ripido nel bosco. Esso percorrerà le Fratte di Follina, una lunga cresta che più avanti assume il toponimo di Costa di Zuel, incontrando due chiese campestri dedicate rispettivamente a Santa Eurosia, protettrice dei campi e dei raccolti e Santa Lucia, protettrice degli occhi. Si cammina per un tratto di asfalto seguendo i cartelli per Zuel di Qua fino ad arrivare all’Osteria al Cacciatore e qui inizia ufficialmente il sentiero n.1030. All’altezza del capitello di Sant’Antonio, si devia nel bosco su strada forestale che taglia il versante settentrionale della Perentana, seconda linea di colline dell’itinerario. Più avanti il percorso diventa sentiero che, grazie ad alcuni segni biancorossi, ci permetterà in breve di raggiungere l’abitato di Farrò. Dalla parrocchiale dedicata a San Tiziano, si scende per la Strada Vecia di Farrò, quindi si devia per via Vallalta che ci riporterà tra i boschi lungo l’omonima valle. Poco dopo la cascata della Pissa, si effettua un ultimo strappo in salita fino al piccolo borgo di Col, quindi si continua in discesa sulla strada asfaltata di accesso e, dopo un tratto di pista ciclo pedonale, chiuderemo l’anello nuovamente a Follina passando per l’antica località Tre Ponti.
Curiosità:
Si narra che nell’VIII secolo, prima dell’arrivo dei monaci cistercensi che fondarono il monastero di Follina nel 1150, i benedettini nascosero sul colle di Roncavazzai l’antica scultura della Madonna con bambino, per sottrarla alle devastazioni iconoclaste. La statua rimase interrata fino all’anno Mille, quando fu rinvenuta durante l’aratura dei campi. Leggenda vuole che i buoi improvvisamente si rifiutarono di continuare ad arare, segnalando così la presenza, sottoterra, della statua della Madonna del Sacro Calice, in seguito collocata in abbazia.